“Liberalismo e comunitarismo: come affrontare la diversità”
Quello che afferma Sen nel breve estratto del forum, mette in luce sicuramente la criticità del comunitarismo. Un modo di essere che è vivo nel vecchio campanilismo, nei partiti, nelle attualissime liste civiche e che sicuramente me ne vede influenzato.
Cresci in una realtà e ne hai l’imprinting, arrivare a tollerare le diversità è un obiettivo già difficile da estendere a tutti, dai più vecchi ai più giovani di una comunità. Da parte mia addirittura avevo espresso l’opinione che la voce della comunità è la voce di Dio, se vai bene alla comunità vivi tranquillo altrimenti la tua vita diventa difficile. Questo si percepisce.
Il comunitarismo è un passo avanti almeno non unirà ma non divide. IL lasciar tranquillo chi è diverso è il primo passo in avanti. Poi personalmente consiglierei chi si sente diverso di fare qualche passo per integrarsi, è c’è chi lo fa. Ovviamente ci deve essere un ricevente in grado di dimostrare o attivare quell’accoglienza che ci si aspetta.
Il liberismo sarebbe l’ideale, la razionalità umana che da sempre ascolta messaggi come figli di un dio o della stessa natura, dovrebbe evolvere nel abbattere barriere e confini.
Questo però non avviene, i motivi secondo me sono molti tra questi un umano attaccamento ai capitali a tutti i livelli, i messaggi comunicativi di tutti i mezzi di informazione non hanno mai aiutato realmente questo processo. Almeno non quanto abbiano propagandato il fatto che l’ Italia non ha materie prime e la sua salvezza è la trasformazione, quindi se “CI” portano via questa siamo morti. Quel “CI” è uguale a straniero e straniero è uguale a cosa che non conosci, quindi tutto ciò che non conosci è pericoloso.
E’ opinione di chi scrive che ci vorrà molto tempo per una società liberalistica, molto radicate sono le tradizioni, le religioni (quella cristiana è tra le più moderate ora, probabilmente torneremo nelle catacombe), i sistemi sociali, rapporti uomo-donna, etc.
Del resto ho già espresso negli esercizi 1 e 2 la mia poca comprensione sull’ esempio che la Nussbaum porta a riguardo della manager americana che vive in Cina.Non credo che adottare tradizioni di un altro popolo a scapito delle mie sia liberalismo. Le due realtà dovrebbero avere una reciprocità. In una società realmente multiculturale io dovrei essere libero di scegliere le tradizioni che più mi garbano e non accettare passivamente al fine di non creare disturbo ad un equilibrio comunitario.
Nei giorni scorsi ho riportato una notizia riguardante un comune italiano, dove il sindaco aveva emesso un regolamento che imponeva a tutte le tombe l’assenza di simboli religiosi.La giustificazione al provvedimento era quella di permettere a tutte le religioni l’utilizzo degli spazi cimiteriali. Questo è liberalismo o comunitarismo? Per me è follia pura e non voleva più essere rieletto.
E’ un esempio su come ci sia molta debolezza e “ignoranza” da parte di chi ,a tutti i livelli, deve gestire la parte civile-pubblica della trasformazione. Alla scuola il miracolo?
“Eticamente parlando” non è facile. Primo passo a volte è spiegare alle persone con diversità che tu li vedi come normali e al pari degli altri. Secondo passo è gestire il gruppo con degli elementi di elevata negatività e terzo passo è riuscire a convincere i partner esterni a non seguire i luoghi comuni: “lo straniero serve ma se italiano è meglio”, “possibilmente non meridionale”, “non residente in comuni veneziani” etc.
Questo blog si prefigge di dare chiarezza, anche al suo fondatore, sulla percezione nel mondo al tema dell' etica sociale e delle organizzazioni.
martedì 30 giugno 2009
“Diritti non solo formali: le questioni di genere”
L’ argomento attuale più che mai, mi vede riflettere su alcuni eventi anche recentissimi: trasmissioni televisive sull’immigrazione clandestina e la visita diplomatica del colonnello Gheddafi.
In questi giorni l’informazione focalizza la difficoltà di multiculturalismo e anche i giornalisti parlano di tolleranza come alternativa ad una vera integrazione (“Terra” su canale 5 del 11/06/2009). Mi ha colpito che i nostri studi attuali toccassero gli stessi argomenti.
Oggi 12/06/2009 il colonnello Gheddafi incontrava un centinaio di donne appartenenti a diverse categorie per un confronto sul suo concetto di democrazia e pari opportunità.
Nel nostro paese anche se dal 1946 (e non sono tanti anni fa) le donne hanno avuto la possibilità di votare, non mi sembra che si sia raggiunta una vera uguaglianza dei sessi. I movimenti femministi della fine anni 60 e 70 non hanno, secondo me, ottenuto i risultati che loro stesse si proponevano. Certo c’è visibilità, ci sono spazi, iniziative a favore delle donne, però rimane sempre quell’ immagine di donna oggetto. La libertà sessuale, l’abbattimento di tabù culturali nel nostro paese si sta ancora attuando ed ecco le culture islamiche che deviano il percorso per necessità maggiori.
Gli immigrati nel nostro paese cercano di mantenere gli aspetti culturali anche sulle loro donne. Noi che lavoriamo nella scuola siamo a contatto con queste problematiche, le crisi delle adolescenti che si confrontano con le loro coetanee occidentali, le madri che accompagnate dai figli a ritirare i risultati fanno quello che gli dice il figlio maschio. Abbiamo addirittura gestito dei casi con un mediatore culturale che era il primo a dire che non dovevamo mettere voce sulle questioni familiari e culturali, addirittura proponeva degli incontri separati tra italiani e mussulmani, perché c’erano degli aspetti che potevano turbare.
Quello che ci troviamo è un paese come il nostro che vede le donne come una mandria di veline e top girl da giovani e delle depresse isteriche da vecchie. Io non la penso così ho avuto la fortuna di avere una madre di polso che ammiro e stimo, ho conosciuto ragazze, donne e professioniste piene di carattere e capacità.
Ma sono il primo a contestare un insuccesso dei movimenti paritari, non vedo un successo il fatto che in ogni spot per uomini ci sia una donna seminuda e in altri ambienti anche peggio, certo è una legge di mercato, ma le donne non potrebbero imporsi un etica? Serebbe forse bigottismo? O peggio privazione di diritto? Se vediamo quello di farsi vedere e sedurre come un diritto……..la vedo male. Siamo animali con una grande capacità razionale, ma diversi e sottoposti a tante situazioni disinibitorie, alcol, droga, branco…. nel passato come nel presente e anche nel futuro questi aspetti sono ineludibili.
Il matrimonio, l’abito bianco è diventata solo ipocrisia e moda, per i mussulmani non lo è, i fatti di cronaca lo dimostrano. Alcuni sacerdoti hanno sconsigliato le coppie miste, i mussulmani non le accettano proprio o peggio finiscono male.
In una discussione con dei ragazzi di un mio corso si poneva il problema dei rapporti con i loro compagni “extra”, atteggiamenti degli uni davano fastidio agli altri. Essi contestavano il fatto che gli extra bestemmiavano in italiano e se loro provavano a dirle con Allah, c’erano reazioni violente.
Io ho sorriso e ho ribadito ciò che già dissi, se noi siamo i primi ad essere deboli sui nostri valori religiosi e culturali ( i giovani veneti/trevigiani bestemmiano a dismisura) non possiamo più lamentarci a causa dell’ esempio che abbiamo dato.
I mussulmani non hanno questa blasfema tradizione, e per questo sono da ammirare, mi chiedo però solo una cosa: 40 anni fa i piccoli centri abitati tenevano molto al rispetto del sacro, poi tutto è stato messo in discussione. Negli ultimi 30 anni l’immagine dei sacerdoti è di manager , devianza etc , c’è vergogna quasi ad essere dei fedeli praticanti. Dentro le mura di casa propria poi ognuno fa quello che crede ma all’esterno i credenti si vedono poco. Mi chiedo se tra qualche anno anche per i mussulmani sarà così oppure saremo tutti mussulmani ?
C’è una forte ostilità per la religione cattolica ad oriente, questo dovuto anche al fatto che chi ha portato le guerre si poneva come portatore di valori cristiani, dalle crociate all’ Iran di oggi. Chi viene dall’Africa poi, mi dice che noi europei stiamo sfruttando il loro territorio ( e ci credo), portiamo lavoro però solo per gli europei, dal turismo al petrolio.
Ma alla fine in gioco cosa c’è? Un principio etico culturale? Oppure tutto gira intorno al nostro benessere economico?
Non al mio personale ma a quello della società a cui appartengo, che non è attenta ai bisogni di uno o dell’ altro essere umano ma principalmente a quel diagramma (la borsa) che deve sempre essere ascendente, magari di poco ma in aumento.
Il cambiamento dal punto di vista culturale secondo me è molto sottovalutato da chi gestisce le singole nazioni, ho molta paura se faccio delle ipotesi da qui a 20 anni.
Credo proprio che molti la pensino ancora come enunciato da Mill a pagina 347, non solo verso le donne ma anche verso chi è più debole. Ma non si fanno i conti con la velocità della conoscenza di quest’ epoca.
La conoscenza, l’ istruzione sono l’ unico strumento in mano ai popoli per uscire dai loro problemi, solo una liberale buona e sana , direi neutrale istruzione potrà portare ad una vera integrazione. Ma lo vogliamo tutti?
Se così non fosse il rischio e drammatico.
L’ argomento attuale più che mai, mi vede riflettere su alcuni eventi anche recentissimi: trasmissioni televisive sull’immigrazione clandestina e la visita diplomatica del colonnello Gheddafi.
In questi giorni l’informazione focalizza la difficoltà di multiculturalismo e anche i giornalisti parlano di tolleranza come alternativa ad una vera integrazione (“Terra” su canale 5 del 11/06/2009). Mi ha colpito che i nostri studi attuali toccassero gli stessi argomenti.
Oggi 12/06/2009 il colonnello Gheddafi incontrava un centinaio di donne appartenenti a diverse categorie per un confronto sul suo concetto di democrazia e pari opportunità.
Nel nostro paese anche se dal 1946 (e non sono tanti anni fa) le donne hanno avuto la possibilità di votare, non mi sembra che si sia raggiunta una vera uguaglianza dei sessi. I movimenti femministi della fine anni 60 e 70 non hanno, secondo me, ottenuto i risultati che loro stesse si proponevano. Certo c’è visibilità, ci sono spazi, iniziative a favore delle donne, però rimane sempre quell’ immagine di donna oggetto. La libertà sessuale, l’abbattimento di tabù culturali nel nostro paese si sta ancora attuando ed ecco le culture islamiche che deviano il percorso per necessità maggiori.
Gli immigrati nel nostro paese cercano di mantenere gli aspetti culturali anche sulle loro donne. Noi che lavoriamo nella scuola siamo a contatto con queste problematiche, le crisi delle adolescenti che si confrontano con le loro coetanee occidentali, le madri che accompagnate dai figli a ritirare i risultati fanno quello che gli dice il figlio maschio. Abbiamo addirittura gestito dei casi con un mediatore culturale che era il primo a dire che non dovevamo mettere voce sulle questioni familiari e culturali, addirittura proponeva degli incontri separati tra italiani e mussulmani, perché c’erano degli aspetti che potevano turbare.
Quello che ci troviamo è un paese come il nostro che vede le donne come una mandria di veline e top girl da giovani e delle depresse isteriche da vecchie. Io non la penso così ho avuto la fortuna di avere una madre di polso che ammiro e stimo, ho conosciuto ragazze, donne e professioniste piene di carattere e capacità.
Ma sono il primo a contestare un insuccesso dei movimenti paritari, non vedo un successo il fatto che in ogni spot per uomini ci sia una donna seminuda e in altri ambienti anche peggio, certo è una legge di mercato, ma le donne non potrebbero imporsi un etica? Serebbe forse bigottismo? O peggio privazione di diritto? Se vediamo quello di farsi vedere e sedurre come un diritto……..la vedo male. Siamo animali con una grande capacità razionale, ma diversi e sottoposti a tante situazioni disinibitorie, alcol, droga, branco…. nel passato come nel presente e anche nel futuro questi aspetti sono ineludibili.
Il matrimonio, l’abito bianco è diventata solo ipocrisia e moda, per i mussulmani non lo è, i fatti di cronaca lo dimostrano. Alcuni sacerdoti hanno sconsigliato le coppie miste, i mussulmani non le accettano proprio o peggio finiscono male.
In una discussione con dei ragazzi di un mio corso si poneva il problema dei rapporti con i loro compagni “extra”, atteggiamenti degli uni davano fastidio agli altri. Essi contestavano il fatto che gli extra bestemmiavano in italiano e se loro provavano a dirle con Allah, c’erano reazioni violente.
Io ho sorriso e ho ribadito ciò che già dissi, se noi siamo i primi ad essere deboli sui nostri valori religiosi e culturali ( i giovani veneti/trevigiani bestemmiano a dismisura) non possiamo più lamentarci a causa dell’ esempio che abbiamo dato.
I mussulmani non hanno questa blasfema tradizione, e per questo sono da ammirare, mi chiedo però solo una cosa: 40 anni fa i piccoli centri abitati tenevano molto al rispetto del sacro, poi tutto è stato messo in discussione. Negli ultimi 30 anni l’immagine dei sacerdoti è di manager , devianza etc , c’è vergogna quasi ad essere dei fedeli praticanti. Dentro le mura di casa propria poi ognuno fa quello che crede ma all’esterno i credenti si vedono poco. Mi chiedo se tra qualche anno anche per i mussulmani sarà così oppure saremo tutti mussulmani ?
C’è una forte ostilità per la religione cattolica ad oriente, questo dovuto anche al fatto che chi ha portato le guerre si poneva come portatore di valori cristiani, dalle crociate all’ Iran di oggi. Chi viene dall’Africa poi, mi dice che noi europei stiamo sfruttando il loro territorio ( e ci credo), portiamo lavoro però solo per gli europei, dal turismo al petrolio.
Ma alla fine in gioco cosa c’è? Un principio etico culturale? Oppure tutto gira intorno al nostro benessere economico?
Non al mio personale ma a quello della società a cui appartengo, che non è attenta ai bisogni di uno o dell’ altro essere umano ma principalmente a quel diagramma (la borsa) che deve sempre essere ascendente, magari di poco ma in aumento.
Il cambiamento dal punto di vista culturale secondo me è molto sottovalutato da chi gestisce le singole nazioni, ho molta paura se faccio delle ipotesi da qui a 20 anni.
Credo proprio che molti la pensino ancora come enunciato da Mill a pagina 347, non solo verso le donne ma anche verso chi è più debole. Ma non si fanno i conti con la velocità della conoscenza di quest’ epoca.
La conoscenza, l’ istruzione sono l’ unico strumento in mano ai popoli per uscire dai loro problemi, solo una liberale buona e sana , direi neutrale istruzione potrà portare ad una vera integrazione. Ma lo vogliamo tutti?
Se così non fosse il rischio e drammatico.
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